Ecco alcuni esercizi per iniziare a fissare la posizione del bagher:
• Posizione quadrupedica palmo delle mani in appoggio a terra, braccia extra ruotate, flesso estensione del busto
• Fronte al muro, palmo delle mani in appoggio con braccia extra ruotate allontanare il corpo il piu’ possibile dal muro senza staccare le braccia.
• Camminare appoggiando un ginocchio a terra
• Da posizione base effettuare dei molleggi sulle gambe con palla medica
• A coppie uno fronte l’altro in posizione base afferrare un bastoncino e tirando spostarsi in forma libera per il campo
• Da posizione base eseguire dei saltelli in avanti \ dietro
• Da posizione base alternare il piede avanti
• Da posizione base al segnale effettuare un doppio appoggio alternando il piede di partenza ( avanti \ dietro)
• Da posizione base effettuare spostamenti av \ dietro mantenendo in mezzo alle gambe i cinesini o una panca
• Da posizione base effettuare spostamenti av \ dietro \ sx \ dx passando sotto un elastico teso ad idonea altezza
martedì 25 gennaio 2011
venerdì 21 gennaio 2011
Bagher, analisi tecnica
L’analisi tecnica del bagher permette di scomporre il gesto nelle sue componenti
• Presa : pollici corrono paralleli tra loro - polsi rivolti verso il basso
Deve garantire stabilità al piano di rimbalzo, favorire l’extrarotazione e concorrere all’ iper estensione delle braccia. Nella maggior parte dei casi la mano forte stringe la mano debole o viceversa, i pollici risultano paralleli tra di loro ed i polsi vengono estesi verso il basso, l’estensione dei pollici verso il basso aiuta l’iper estensione delle braccia. Esistono differenze individuali nel formare la presa, il tipo più comune ed utilizzato è il seguente: una delle due mani con le dita unite e distese si appoggia sul palmo dell’altra, idue pollici avvolgono le due mani formando con le stesse una conca.
• Braccia: extraruotate - iperestese
L’ atteggiamento di extrarotazione ed iperestensione delle braccia deve essere assunto prima del contatto con la palla e mantenuto al momento del tocco e durante la fase finale di svincolo della presa. L’angolo tra le braccia e il busto deve essere il più aperto possibile. Il pallone va colpito appena sopra ai polsi, l’impatto deve essere simmetrico.
• Spalle: anteriorizzate - ravvicinate
Fondamentali per la qualità dell’esecuzione del nostro bagher. La maggior parte dei micro adattamenti avvengono a livello delle spalle, influenzando la zona di arrivo della palla rispetto alla rete, la parabola della ricezione ed inoltre intervengono in maniera importante nell’ottimizzare la spinta. Devono sempre “ essere in spinta”, cioè anteriorizzate e rivolte verso la rete anche quando si effettuano movimenti all’indietro.
Dal punto di vista tecnico la posizione ottimale la si raggiunge facendole salire e ravvicinandole tra loro in modo da favorire l’extrarotazione e l’unione delle braccia.
• Busto:
Mantiene in toto sempre una inclinazione in avanti che cambia al variare della distanza da rete e dall’ altezza della palla da ricevere, e dall’altezza del baricentro da terra. Inoltre la parte alta dorso \ scapolare interviene in maniera importante nel processo di anteriorizzazione delle spalle aumentando la cifosi dorsale.
• Gambe:
La posizione varia in funzione della velocità e della traiettoria della palla. La costante è comunque quella di ricercare una base d’appoggio ampia e divaricata. L’angolo al ginocchio e alla caviglia deve essere chiuso per favorire l’abbassamento del baricentro.
• Piedi:
Corrono paralleli tra loro, un piede leggermente avanti all’altro, caricando il peso sull’avampiede, si spostano indipendenti tra loro, il passo finale deve essere chiuso con un doppio appoggio. Molto importante l’azione di spinta delle caviglie in quanto è proprio questa azione che determina la profondità verso la rete che riusciremo a dare alla nostra parabola.
• Presa : pollici corrono paralleli tra loro - polsi rivolti verso il basso
Deve garantire stabilità al piano di rimbalzo, favorire l’extrarotazione e concorrere all’ iper estensione delle braccia. Nella maggior parte dei casi la mano forte stringe la mano debole o viceversa, i pollici risultano paralleli tra di loro ed i polsi vengono estesi verso il basso, l’estensione dei pollici verso il basso aiuta l’iper estensione delle braccia. Esistono differenze individuali nel formare la presa, il tipo più comune ed utilizzato è il seguente: una delle due mani con le dita unite e distese si appoggia sul palmo dell’altra, idue pollici avvolgono le due mani formando con le stesse una conca.
• Braccia: extraruotate - iperestese
L’ atteggiamento di extrarotazione ed iperestensione delle braccia deve essere assunto prima del contatto con la palla e mantenuto al momento del tocco e durante la fase finale di svincolo della presa. L’angolo tra le braccia e il busto deve essere il più aperto possibile. Il pallone va colpito appena sopra ai polsi, l’impatto deve essere simmetrico.
• Spalle: anteriorizzate - ravvicinate
Fondamentali per la qualità dell’esecuzione del nostro bagher. La maggior parte dei micro adattamenti avvengono a livello delle spalle, influenzando la zona di arrivo della palla rispetto alla rete, la parabola della ricezione ed inoltre intervengono in maniera importante nell’ottimizzare la spinta. Devono sempre “ essere in spinta”, cioè anteriorizzate e rivolte verso la rete anche quando si effettuano movimenti all’indietro.
Dal punto di vista tecnico la posizione ottimale la si raggiunge facendole salire e ravvicinandole tra loro in modo da favorire l’extrarotazione e l’unione delle braccia.
• Busto:
Mantiene in toto sempre una inclinazione in avanti che cambia al variare della distanza da rete e dall’ altezza della palla da ricevere, e dall’altezza del baricentro da terra. Inoltre la parte alta dorso \ scapolare interviene in maniera importante nel processo di anteriorizzazione delle spalle aumentando la cifosi dorsale.
• Gambe:
La posizione varia in funzione della velocità e della traiettoria della palla. La costante è comunque quella di ricercare una base d’appoggio ampia e divaricata. L’angolo al ginocchio e alla caviglia deve essere chiuso per favorire l’abbassamento del baricentro.
• Piedi:
Corrono paralleli tra loro, un piede leggermente avanti all’altro, caricando il peso sull’avampiede, si spostano indipendenti tra loro, il passo finale deve essere chiuso con un doppio appoggio. Molto importante l’azione di spinta delle caviglie in quanto è proprio questa azione che determina la profondità verso la rete che riusciremo a dare alla nostra parabola.
venerdì 14 gennaio 2011
Libero strategie per allenarlo: facile nell'analisi e nella sintesi, difficile nel globale
Il libero è un ruolo nuovo e che in allenamento ha un carico di lavoro molto maggiore rispetto a quello che poi svolgerà in partita. Molti liberi infatti vengono evitati, almeno in battuta dalla squadra avversaria. Basta guardare le statistiche: chi batterebbe su Cardullo di Villa Cortese? Allora come allenarlo? Innanzitutto bisogna imparare a fargli sopportare che per diverse azioni potrebbe non toccare palla per poi essere impegnato su una palla decisiva in una situazione di punteggio delicata, ad esempio la fine di un set. Dovrà essere in grado di difendere in ogni posizione e quindi dovrà allenarsi in diverse situazione di analisi e sintesi non standardizzate. Situazioni che poi alleneranno il libero anche a avere una certa autonomia (farlo allenare in diverse zone, con e senza muro, ecc). Libero un ruolo da allenare nell'analisi e nella sintesi perché nel globale, il classico 6 contro 6, si cerca di evitare.
giovedì 13 gennaio 2011
Allenarsi per il punto decisivo
Capita di vedere giocatori molto validi tecnicamente e che hanno buona varietà di colpi avere dei bruschi cali di rendimento quando si arriva nella fase calda, quindi circa dopo il 20. Ansia e paura di sbagliare limitano le prestazioni dei giocatori. Che fare? Per consentire ai nostri atleti di giocare al meglio bisogna ricercare situazioni simili, che ricreino la pressione dei punti decisivi.
Si può ad esempio far partire il nostro sestetto titolare con uno svantaggio da rimontare, o ogni attacco fuori farà riazzerare il punteggio, o il punto decisivo deve essere attaccato da uno schiacciatore scelto all'inizio del set che avrà pressione emotiva (data dal sapere di dover attaccare) e tecnica (muro e difesa saranno schierati). Oltre alla tecnica e alla tattica devo anche insegnare ai giocatori a non avere condizioni limitanti (es. non pensare all'errore, se sono convinto che non ce la farò mai non ci riuscirò).
ESEMPIO
Due sestetti A e B schierati in campo. L'allenatore da fondo campo lancia una palla facile alla squadra B che deve contrattaccare. Al termine del punto l'allenatore lancerà, sempre da fondocampo, un'altra palla nel campo della squadra A che dovrà gestire il suo attacco. Si conquista la rotazione o il punto se si vincono tutti e due gli scambi. La squadra A conquista la rotazione o il punto anche se ottiene il punto sul primo attacco del secondo lancio. In caso di errore (palla out, in rete o murato) sul primo attacco della squadra A sul secondo lancio allora sarà la squadra B che conquisterà direttamente la rotazione o il punto.
Si può ad esempio far partire il nostro sestetto titolare con uno svantaggio da rimontare, o ogni attacco fuori farà riazzerare il punteggio, o il punto decisivo deve essere attaccato da uno schiacciatore scelto all'inizio del set che avrà pressione emotiva (data dal sapere di dover attaccare) e tecnica (muro e difesa saranno schierati). Oltre alla tecnica e alla tattica devo anche insegnare ai giocatori a non avere condizioni limitanti (es. non pensare all'errore, se sono convinto che non ce la farò mai non ci riuscirò).
ESEMPIO
Due sestetti A e B schierati in campo. L'allenatore da fondo campo lancia una palla facile alla squadra B che deve contrattaccare. Al termine del punto l'allenatore lancerà, sempre da fondocampo, un'altra palla nel campo della squadra A che dovrà gestire il suo attacco. Si conquista la rotazione o il punto se si vincono tutti e due gli scambi. La squadra A conquista la rotazione o il punto anche se ottiene il punto sul primo attacco del secondo lancio. In caso di errore (palla out, in rete o murato) sul primo attacco della squadra A sul secondo lancio allora sarà la squadra B che conquisterà direttamente la rotazione o il punto.
mercoledì 12 gennaio 2011
martedì 11 gennaio 2011
Il libero: ruolo di sacrificio e in piena evoluzione
Paola Cardullo |
lunedì 10 gennaio 2011
Palleggio: difetti nei giovani e soluzioni attraverso gli esercizi
Ci sono degli aspetti che sono molto importanti, da curare nei giovani pallavolisti per quanto riguarda il palleggio. Il primo aspetto è certamente quello di arrivare sotto alla palla fermi. L'errore più frequente e, quello da curare maggiormente, è quello di palleggiare e poi continuare il movimento. Per risolvere questo difetto si potrebbe far correre i ragazzi e allo stop dell'allenatore gli atleti si devono fermare con un piede avanti all'altro (meglio che l'allenatore decida il piede e che si alterni il destro e il sinistro nella richiesta). Poi si può far fare lo stesso esercizio su palla lanciata, meglio se la palla viene rimessa in gioco battendo dal basso (diventa un segnale di prestiramento per la ragazza), dall'allenatore. Un altro aspetto da curare è l'arrivo sotto alla palla che deve portare a sviluppare una fase attiva, pronta per la spinta. Controllare che la palla "non scoppi in mano" all'atleta, che la sfera non riesca a "fare strada": vuol dire che la spinta delle game o è arrivata troppo presto o non c'è stata.
venerdì 7 gennaio 2011
martedì 4 gennaio 2011
Esercizi analitici per migliorare la tecnica d'attacco
Ecco alcuni suggerimenti per effettuare un lavoro analitico per migliorare la tecnica d'attacco.
Il primo suggerimento è quello di curare la rincorsa e il braccio di attacco. Successivamente si potrà lavorare con un lavoro di sintesi per migliorare la globalità del gesto. La prima fase è la cura della fase rincorsa-stacco. Questa azione la si può migliorare facendo partire la giocatrice in posizione di equilibrio sul piede opposto al braccio di attacco per poi farle eseguire l'azione destro - sinistro. Un altro sistema è quello di far partire l'atleta da un piccolo rialzo per poi farle eseguire la fase destro-sinistro. Poi si può inserire la rincorsa. Si può fare autolancio, rincorsa e presa a due mani della palla alla massima altezza. E' importante in questa fase curare l'anticipo delle braccia: ossia gli arti devono già salire per caricare il colpo prima che atleta si stacchi da terra. Per sensibilizzare la fase aerea con due braccia si può far schiacciare all'atleta la palla a due mani nell'altro campo. Ora si può iniziare a lanciare la palla all'atleta purchè il lancio sia abbastanza basso, quasi come un mezza, per far concentrare l'atleta solo sulla tecnica e non farla preoccupare del tempo sulla palla. Per quanto riguarda il colpo sulla palla meglio prima eseguirlo con palle di dimensioni ridotte rispetto a quella usuale, magari piedi a terra e poi con la rete più bassa.
Il primo suggerimento è quello di curare la rincorsa e il braccio di attacco. Successivamente si potrà lavorare con un lavoro di sintesi per migliorare la globalità del gesto. La prima fase è la cura della fase rincorsa-stacco. Questa azione la si può migliorare facendo partire la giocatrice in posizione di equilibrio sul piede opposto al braccio di attacco per poi farle eseguire l'azione destro - sinistro. Un altro sistema è quello di far partire l'atleta da un piccolo rialzo per poi farle eseguire la fase destro-sinistro. Poi si può inserire la rincorsa. Si può fare autolancio, rincorsa e presa a due mani della palla alla massima altezza. E' importante in questa fase curare l'anticipo delle braccia: ossia gli arti devono già salire per caricare il colpo prima che atleta si stacchi da terra. Per sensibilizzare la fase aerea con due braccia si può far schiacciare all'atleta la palla a due mani nell'altro campo. Ora si può iniziare a lanciare la palla all'atleta purchè il lancio sia abbastanza basso, quasi come un mezza, per far concentrare l'atleta solo sulla tecnica e non farla preoccupare del tempo sulla palla. Per quanto riguarda il colpo sulla palla meglio prima eseguirlo con palle di dimensioni ridotte rispetto a quella usuale, magari piedi a terra e poi con la rete più bassa.
lunedì 3 gennaio 2011
L'attacco: la progressione dagli 8 ai 12 anni
L'attacco è sicuramente il fondamentale che attrae di più i giovani e è quello più facile da far comprendere ai ragazzi anche in giovane età, non così facile per la difesa. L'attacco può essere definito come è la tecnica conclusiva di un’azione di squadra con la quale il giocatore manda la palla nel campo avversario cercando di darle una traiettoria la più tesa, veloce ed insidiosa possibile con l’obiettivo che non sia rigiocata, cercando di ottenere il punto. Il procedimento d'insegnamento può essere suddiviso in 5 fasi:
1 - studio del comportamento degli arti superiori nel colpire la palla
2 - studio del comportamento degli arti inferiori e del tronco attraverso lo stacco
3 - effettuazione della schiacciata a palla ferma e coordinamento degli arti superiori col corpo
4 - effettuazione della schiacciata con alzata fissa ed uguale
5 - la schiacciata nella sua globalità con alzata normale
A 8 anni si può allenare la fase 1, a 9 la fase 2, a 10 la fase 3, a 11 la 4 e a 12 la 5.
1 - studio del comportamento degli arti superiori nel colpire la palla
2 - studio del comportamento degli arti inferiori e del tronco attraverso lo stacco
3 - effettuazione della schiacciata a palla ferma e coordinamento degli arti superiori col corpo
4 - effettuazione della schiacciata con alzata fissa ed uguale
5 - la schiacciata nella sua globalità con alzata normale
A 8 anni si può allenare la fase 1, a 9 la fase 2, a 10 la fase 3, a 11 la 4 e a 12 la 5.
domenica 2 gennaio 2011
Non ci sono colpi nulli, l'errore nell'allenamento
E' difficile centrare il problema dei nostri allievi e a volte può sembrare di girare a vuoto. Durante l'allenamento dobbiamo curare ogni fase perché non ci sono colpi nulli. Ad esempio se alleno difesa e attacco a coppie ottengono una buona quantità di palloni giocati dal mio giocatore che però, visto che di mezzo non c'è la rete, per tirare più forte abbassa il colpo e quindi non stabilizza il gesto d'attacco al meglio. Così come se la maggior parte del mio allenamento lavoro sul palleggio in avanti rischio di avere palleggiatori che, visto che devono palleggiare solo avanti, stabilizzeranno un gesto con una palla più bassa e davanti alla testa, inserendo problematiche difficile da risolvere quando si effettuerà il palleggio in avanti. Se sbaglio allenamento non solo sto perdendo tempo ma sto anche portando i miei atleti su una strada errata. L'errore buono è quello che devo combattere per migliorare e è parte integrante dello sviluppo del giocatore. Se non c'è errore, non c'è evoluzione. Un esempio di errore buono è sbagliare la battuta jump float in rete perchè il jump float è stato inventando per togliere la fase ascendente, la prima parte di traiettoria, della battuta.
pallavolo tecnica
pallavolo tecnica
L'allenamento: alcuni principi
Ecco alcuni aspetti da tenere in considerazione per svolgere un buon allenamento per la propria squadra:
-la tecnica deve sempre essere allenata e fino in under 18 ci deve essere almeno un allenamento di solo tecnica
-deve essere sempre sfruttato lo spazio rete
- l'allenatore deve essere in grado di gestire gli atleti almeno 1 ora al 100%, quindi fondamentale diventa la prima mezzora di riscaldamento
-concetto cardine è non fare esercizi troppo complicati o con troppi vincoli: più il livello della squadra è basso, più è importante non sbagliare allenamento. Con il nuovo sistema di punteggio chi sbaglia meno vince.
Quali strumenti per scegliere al meglio cosa allenare? Per valutare meglio il livello della propria squadra giocano un ruolo fondamentale le statistiche sia individuali sia di gruppo. Analizzare le informazioni ricevute attraverso gli scores aiuta ad allenare i punti deboli ed a potenziare i punti di forza.
-la tecnica deve sempre essere allenata e fino in under 18 ci deve essere almeno un allenamento di solo tecnica
-deve essere sempre sfruttato lo spazio rete
- l'allenatore deve essere in grado di gestire gli atleti almeno 1 ora al 100%, quindi fondamentale diventa la prima mezzora di riscaldamento
-concetto cardine è non fare esercizi troppo complicati o con troppi vincoli: più il livello della squadra è basso, più è importante non sbagliare allenamento. Con il nuovo sistema di punteggio chi sbaglia meno vince.
Quali strumenti per scegliere al meglio cosa allenare? Per valutare meglio il livello della propria squadra giocano un ruolo fondamentale le statistiche sia individuali sia di gruppo. Analizzare le informazioni ricevute attraverso gli scores aiuta ad allenare i punti deboli ed a potenziare i punti di forza.
sabato 1 gennaio 2011
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