L’analisi tecnica del bagher permette di scomporre il gesto nelle sue componenti
• Presa : pollici corrono paralleli tra loro - polsi rivolti verso il basso
Deve garantire stabilità al piano di rimbalzo, favorire l’extrarotazione e concorrere all’ iper estensione delle braccia. Nella maggior parte dei casi la mano forte stringe la mano debole o viceversa, i pollici risultano paralleli tra di loro ed i polsi vengono estesi verso il basso, l’estensione dei pollici verso il basso aiuta l’iper estensione delle braccia. Esistono differenze individuali nel formare la presa, il tipo più comune ed utilizzato è il seguente: una delle due mani con le dita unite e distese si appoggia sul palmo dell’altra, idue pollici avvolgono le due mani formando con le stesse una conca.
• Braccia: extraruotate - iperestese
L’ atteggiamento di extrarotazione ed iperestensione delle braccia deve essere assunto prima del contatto con la palla e mantenuto al momento del tocco e durante la fase finale di svincolo della presa. L’angolo tra le braccia e il busto deve essere il più aperto possibile. Il pallone va colpito appena sopra ai polsi, l’impatto deve essere simmetrico.
• Spalle: anteriorizzate - ravvicinate
Fondamentali per la qualità dell’esecuzione del nostro bagher. La maggior parte dei micro adattamenti avvengono a livello delle spalle, influenzando la zona di arrivo della palla rispetto alla rete, la parabola della ricezione ed inoltre intervengono in maniera importante nell’ottimizzare la spinta. Devono sempre “ essere in spinta”, cioè anteriorizzate e rivolte verso la rete anche quando si effettuano movimenti all’indietro.
Dal punto di vista tecnico la posizione ottimale la si raggiunge facendole salire e ravvicinandole tra loro in modo da favorire l’extrarotazione e l’unione delle braccia.
• Busto:
Mantiene in toto sempre una inclinazione in avanti che cambia al variare della distanza da rete e dall’ altezza della palla da ricevere, e dall’altezza del baricentro da terra. Inoltre la parte alta dorso \ scapolare interviene in maniera importante nel processo di anteriorizzazione delle spalle aumentando la cifosi dorsale.
• Gambe:
La posizione varia in funzione della velocità e della traiettoria della palla. La costante è comunque quella di ricercare una base d’appoggio ampia e divaricata. L’angolo al ginocchio e alla caviglia deve essere chiuso per favorire l’abbassamento del baricentro.
• Piedi:
Corrono paralleli tra loro, un piede leggermente avanti all’altro, caricando il peso sull’avampiede, si spostano indipendenti tra loro, il passo finale deve essere chiuso con un doppio appoggio. Molto importante l’azione di spinta delle caviglie in quanto è proprio questa azione che determina la profondità verso la rete che riusciremo a dare alla nostra parabola.
venerdì 21 gennaio 2011
venerdì 14 gennaio 2011
Libero strategie per allenarlo: facile nell'analisi e nella sintesi, difficile nel globale
Il libero è un ruolo nuovo e che in allenamento ha un carico di lavoro molto maggiore rispetto a quello che poi svolgerà in partita. Molti liberi infatti vengono evitati, almeno in battuta dalla squadra avversaria. Basta guardare le statistiche: chi batterebbe su Cardullo di Villa Cortese? Allora come allenarlo? Innanzitutto bisogna imparare a fargli sopportare che per diverse azioni potrebbe non toccare palla per poi essere impegnato su una palla decisiva in una situazione di punteggio delicata, ad esempio la fine di un set. Dovrà essere in grado di difendere in ogni posizione e quindi dovrà allenarsi in diverse situazione di analisi e sintesi non standardizzate. Situazioni che poi alleneranno il libero anche a avere una certa autonomia (farlo allenare in diverse zone, con e senza muro, ecc). Libero un ruolo da allenare nell'analisi e nella sintesi perché nel globale, il classico 6 contro 6, si cerca di evitare.
giovedì 13 gennaio 2011
Allenarsi per il punto decisivo
Capita di vedere giocatori molto validi tecnicamente e che hanno buona varietà di colpi avere dei bruschi cali di rendimento quando si arriva nella fase calda, quindi circa dopo il 20. Ansia e paura di sbagliare limitano le prestazioni dei giocatori. Che fare? Per consentire ai nostri atleti di giocare al meglio bisogna ricercare situazioni simili, che ricreino la pressione dei punti decisivi.
Si può ad esempio far partire il nostro sestetto titolare con uno svantaggio da rimontare, o ogni attacco fuori farà riazzerare il punteggio, o il punto decisivo deve essere attaccato da uno schiacciatore scelto all'inizio del set che avrà pressione emotiva (data dal sapere di dover attaccare) e tecnica (muro e difesa saranno schierati). Oltre alla tecnica e alla tattica devo anche insegnare ai giocatori a non avere condizioni limitanti (es. non pensare all'errore, se sono convinto che non ce la farò mai non ci riuscirò).
ESEMPIO
Due sestetti A e B schierati in campo. L'allenatore da fondo campo lancia una palla facile alla squadra B che deve contrattaccare. Al termine del punto l'allenatore lancerà, sempre da fondocampo, un'altra palla nel campo della squadra A che dovrà gestire il suo attacco. Si conquista la rotazione o il punto se si vincono tutti e due gli scambi. La squadra A conquista la rotazione o il punto anche se ottiene il punto sul primo attacco del secondo lancio. In caso di errore (palla out, in rete o murato) sul primo attacco della squadra A sul secondo lancio allora sarà la squadra B che conquisterà direttamente la rotazione o il punto.
Si può ad esempio far partire il nostro sestetto titolare con uno svantaggio da rimontare, o ogni attacco fuori farà riazzerare il punteggio, o il punto decisivo deve essere attaccato da uno schiacciatore scelto all'inizio del set che avrà pressione emotiva (data dal sapere di dover attaccare) e tecnica (muro e difesa saranno schierati). Oltre alla tecnica e alla tattica devo anche insegnare ai giocatori a non avere condizioni limitanti (es. non pensare all'errore, se sono convinto che non ce la farò mai non ci riuscirò).
ESEMPIO
Due sestetti A e B schierati in campo. L'allenatore da fondo campo lancia una palla facile alla squadra B che deve contrattaccare. Al termine del punto l'allenatore lancerà, sempre da fondocampo, un'altra palla nel campo della squadra A che dovrà gestire il suo attacco. Si conquista la rotazione o il punto se si vincono tutti e due gli scambi. La squadra A conquista la rotazione o il punto anche se ottiene il punto sul primo attacco del secondo lancio. In caso di errore (palla out, in rete o murato) sul primo attacco della squadra A sul secondo lancio allora sarà la squadra B che conquisterà direttamente la rotazione o il punto.
mercoledì 12 gennaio 2011
martedì 11 gennaio 2011
Il libero: ruolo di sacrificio e in piena evoluzione
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Paola Cardullo |
lunedì 10 gennaio 2011
Palleggio: difetti nei giovani e soluzioni attraverso gli esercizi
Ci sono degli aspetti che sono molto importanti, da curare nei giovani pallavolisti per quanto riguarda il palleggio. Il primo aspetto è certamente quello di arrivare sotto alla palla fermi. L'errore più frequente e, quello da curare maggiormente, è quello di palleggiare e poi continuare il movimento. Per risolvere questo difetto si potrebbe far correre i ragazzi e allo stop dell'allenatore gli atleti si devono fermare con un piede avanti all'altro (meglio che l'allenatore decida il piede e che si alterni il destro e il sinistro nella richiesta). Poi si può far fare lo stesso esercizio su palla lanciata, meglio se la palla viene rimessa in gioco battendo dal basso (diventa un segnale di prestiramento per la ragazza), dall'allenatore. Un altro aspetto da curare è l'arrivo sotto alla palla che deve portare a sviluppare una fase attiva, pronta per la spinta. Controllare che la palla "non scoppi in mano" all'atleta, che la sfera non riesca a "fare strada": vuol dire che la spinta delle game o è arrivata troppo presto o non c'è stata.
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